L’intervista di Nucara a “Il Tempo”
L’Edera esiste dal 1895

Il partito repubblicano non si tocca

Riproduciamo l’intervista di Francesco Nucara a Pietro de Leo pubblicata martedì scorso su il quotidiano “Il Tempo”

“Il nostro simbolo non è vendibile, né qualcuno lo può acquistare. Esiste dal 1895”. Francesco Nucara, leader del Partito Repubblicano Italiano, entra così nel dibattito sull’“altro Partito Repubblicano”, quello che vorrebbe fare Berlusconi ispirandosi agli Stati Uniti. Nelle faccende di casa nostra, il glorioso movimento che fu di Ugo La Malfa e Giovanni Spadolini è scomparso dal Parlamento, sopravvive solo nell’attivismo a livello locale, testimoniato dalla fierezza di Nucara: “Sono appena tornato dalla Calabria, dove in alcuni Comuni ci candidiamo e siamo in campagna elettorale. E in Campania, alle Regionali, sosteniamo Caldoro”.
Sì, ma quest’idea di Berlusconi?
«Al momento il problema non si pone. Adesso lui può dire ciò che vuole. Ma se, un domani dovessero essere depositati in vista delle elezioni due simboli del partito repubblicano, il ministero dell’Interno non concederebbe mai una cosa del genere. Anche se, mettiamo il caso, Berlusconi togliesse il simbolo e lasciasse solo il nome, comunque ci sarebbe il problema di confondere gli elettori. Pensi che qualche anno fa alcuni fuoriusciti dal partito si presentarono con un’altra denominazione, Repubblicani Europei, nel simbolo disegnarono più di una foglia di edera. Facemmo causa e la vincemmo noi. Oltretutto di tutta questa storia, Berlusconi non mi ha nemmeno avvisato, l’ho sentito a Pasqua ma per altre cose.
Nel progetto del Cavaliere c’è l’intenzione di creare una coesione di forze alternative alla sinistra. Nel qual caso i repubblicani di casa nostra cosa farebbero?
Di sicuro con l’attuale legge elettorale bisogna scegliere da che parte stare. O con Renzi, o con Berlusconi. Potremmo prendere la decisione con un congresso interno.
E qualora decideste per Berlusconi, il Pri, quale contributo potrebbe portare?
Le racconto un fatto. Nel 2001 ci alleammo con Berlusconi. Segretario del partito era Giorgio La Malfa che mi chiese di aiutarlo nelle trattative. Andammo ad un incontro con il leader di Forza Italia. C’erano Claudio Scajola e Gianni Letta. Io cominciai ad accampare pretese sulle candidature. Berlusconi mi chiese: “ma tu quanti voti hai?”. Io gli risposi: “Presidente, se avessi voti non sarei qui. Ma io ho una cosa che lei non potrà mai comprare. E lui mi chiese quale fosse questa cosa. Io gli spiegai che era la storia del nostro Partito che coincide con la storia d’Italia. Lo colpii. E ottenemmo 5 cinque collegi uninominali e La Malfa nel proporzionale.
Quindi Berlusconi le è simpatico in fin dei conti?
Se devo dare un giudizio su di lui lo do positivo. Non sulla politica ma sul rapporto che ho avuto con lui. Anche se …
Cosa?
So per certo che una volta una persona gli chiese: perché non hai nominato ministro Nucara che è una persona seria? E lui rispose che Nucara non avrebbe potuto pensare di fare il ministro e rimanere autonomo. Ma questo mi ha fatto piacere, io sono uno del popolo e vado avanti per la mia strada. Comunque Berlusconi, anche se non ha più l’energia di vent’anni fa, rimane l’unico in grado di aggregare. Vedo tanti che oggi si affacciano, penso a Della Valle, ad Alfio Marchini, ma non vedo in loro la stessa pazienza e capacità di dialogo che ha Berlusconi.
E Salvini?
Per carità. La sua ascesa è dovuta soltanto al fatto che è sempre in tv dalla mattina alla sera.
Nel cantiere con tutti dentro contro la sinistra il Pri potrebbe starci?
Certamente le affinità sarebbero molte, ma il diavolo si annida nei dettagli. Ad esempio noi siamo filo americani. Berlusconi è più vicino a Putin perché Obama ha fatto parte del complotto che lo ha cacciato da Palazzo Chigi. Salvini che in questo cantiere dovrà starci per forza, se vuole vincere, è convintamente filo russo. Noi siamo pro Europa e consideriamo la moneta unica, uno strumento per creare l’Europa politica. Mentre Salvini vorrebbe uscire. Ma l’Italicum, ripeto, ci chiama ad una scelta.
Brutta bestia, questa nuova legge elettorale.
Secondo me gli italiani al referendum la abrogherebbero. E se Brunetta mantiene la promessa di promuoverlo io con le mie piccole truppe sono già pronto a raccogliere le firme.

Roma, 12 maggio 2015